L’aristolochia è una pianta d’origine antichissima che comprende circa 200 specie. Cresce nelle regioni tropicali e nelle fasce temperate e possiamo trovarla in quasi tutta Italia. L’aristolochia è molto coltivata perché, oltre a essere bella, ha dei fiori davvero speciali.
Significato e proprietà dell’aristolochia
Una particolarità dei fiori dell’aristolochia è sicuramente la loro forma che ricorda l’apparato riproduttivo della donna. Difatti il nome del fiore è d’origine greca ed è formato dalle parole ἄριστος «ottimo» e λόχος «parto». Anticamente si credeva, probabilmente per questa somiglianza, che l’aristolochia facilitasse il parto e curasse eventuali infezioni neonatali. Pare che Teofrasto, il discepolo di Aristotele, narrasse che la pianta veniva usata anche per curare morsi di serpente e altre ferite.
Per tantissimo tempo l’aristolochia è stata usata come calmante e sedativo in casi di epilessia e di isterismo. Inoltre era nota per le sue virtù antireumatiche ed emmenagoghe. Tuttavia recentemente, negli anni Ottanta, sono state ritirate dal mercato tutte le medicine contenenti aristolochia perché risulta che il principio attivo della pianta, l’acido aristolachico, è cancerogeno. In più è considerata una pianta tossica, quindi attenti a non ingerirla!
I fiori dell’aristolochia: una trappola
I fiori dell’aristolochia si configurano all’occorrenza come vere e proprie trappole per gli insetti pronubi, vale a dire quegli insetti che trasportano polline. Quando questi si avvicinano, attratti dal forte aroma del fiore, l’aristolochia li intrappola tramite dei lunghi peli presenti nel fiore e in questo modo si fa impollinare. A impollinazione avvenuta, quando il fiore appassisce, gli insetti imprigionati vengono liberati.
L’aristolochia gigantea
L’aristolochia gigantea è una specie proveniente dal Brasile. Si tratta di una pianta perenne e rampicante. Le sue foglie ricordano la forma di un cuore e la loro grandezza varia tra i 5 e i 10 centimetri. I suoi fiori, anch’essi molto grandi (alcuni sfiorano i 30 centimetri!) emanano un odore piuttosto sgradevole.
L’aristolochia clematitis
L’aristolochia clematitis è un’altra specie di aristolochia che può raggiungere il metro di altezza. Questa specie è nativa europea e, contrariamente a ciò che ci si aspetterebbe, viste le caratteristiche della specie precedente, ha dei fiori molto piccoli. È una pianta piuttosto rara, non sarà facile incontrarla, ma se vi dovesse capitare speriamo che sia tra aprile e maggio, nel suo periodo di fioritura.
L’aristolochia grandiflora
L’aristolochia grandiflora è detta anche fiore pellicano, per via della sua forma che ricorda la sacca che l’uccello ha posta tra il becco e la gola. Le foglie di questa specie possono raggiungere misure veramente grandi: fino a 25 centimetri! Più grandi di un viso! Anche le foglie dell’aristolochia grandiflora hanno la forma di un cuore. La pianta produce un fiore solitario la cui grandezza varia dai 10 ai 20 centimetri.
Aristolochia rotunda
È un’altra specie di aristolochia. L’aristolochia rotunda è un’erbacea perenne presente praticamente in tutta Italia. I fiori hanno color porpora e i frutti sono sferici.
Moltiplicazione dell’aristolochia
La moltiplicazione dell’aristolochia avviene generalmente per talea. Bisogna recidere una talea dalla pianta madre. Il ramo deve essere abbastanza lungo: almeno 10 centimetri. Ricordatevi di tagliare le foglie più basse della talea. Una volta che avete reciso la talea bisogna metterla a radicare in un vaso. Quando poi compaiono i nuovi germogli, occorre mettere a dimora definitiva la vostra aristolochia.
La Colvinpedia
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