Il presepe è un’invenzione medievale: si deve a san Francesco d’Assisi. Da quel momento, dal XIII secolo, l’uso di fare il presepe si diffonde sempre più fino a diventare uno dei simboli più espressivi del Natale. C’è però un tipo di presepe che s’inserisce sì nella tradizione, ma se ne distanzia per le sue peculiarità: il presepe napoletano.
Storia del presepe napoletano
Nel XVII secolo il presepe era molto diffuso, c’era già la figura del “figurinaio” cioè l’artista specializzato nella creazione delle statuine. In questo periodo a Napoli gli artisti che si dedicavano alla costruzione del presepe iniziarono ad apportare delle modifiche alla scena rappresentata, la scena della natività. Nel presepe napoletano iniziarono ad essere inseriti personaggi della vita quotidiana che non c’entravano con la sacra famiglia. Nei Seicento si cominciò a rappresentare la gente del popolo: i mercanti, gli artigiani, i fruttivendoli e così via; inoltre vennero inseriti nuovi personaggi, con proprie peculiarità.
Il presepe napoletano del 700
Il Settecento è considerato il periodo d’oro del presepe napoletano. Nel Settecento, sotto Carlo III di Borbone, il presepe napoletano iniziò a uscire dalla chiese e ad occupare anche le regge dei nobili. Gli scultori napoletani avevano raggiunto una tale bravura e maestria che resero il presepe una vera e propria opera d’arte.
Personaggi del presepe napoletano
Il personaggio più importante e interessante del presepe napoletano è il pastore Benino che viene rappresentato mentre dorme. La leggenda racconta che tutta la scena raffigurata nel presepe non sia altro che un sogno di Benino, una creazione della sua fantasia onirica. Il pastore dormiente viene posto nel punto più alto del presepe proprio perché tutto ciò che si trova sotto è frutto della sua mente. Simbolicamente Benino rappresenta tutti noi, ciechi e addormentati di fronte al divino al quale possiamo avvicinarci solo nei sogni.
Ciccibacc ngopp a bott o a volta (Ciccibacco sulla botte) è un personaggio caratteristico del presepe napoletano. È un bacco napoletano. Rubicondo, è rappresentato alla guida di un carro.
La zingara è una donna che tradizionalmente viene rappresentata nel presepe napoletano con un bimbo in braccio o con una cesta di strumenti in mano. Si pensava che le zingare potessero predire il futuro e, per questa capacità, è associata alla Sibilla Cumana.
Ci sono dodici venditori, tanti quanti i mesi dell’anno (e anche quanto gli apostoli).
Non mancano nel presepe napoletano i Re Magi che simboleggiano il viaggio di ricerca dell’uomo che vede nella creazione un segno divino.
Il pescatore è un personaggio fortemente simbolico e ovviamente lo troviamo nel presepe napoletano. Per i cristiani il pesce è stato uno dei primi simboli. La parola greca ἰχθύς, ichthýs, (che significa appunto “pesce”) venne usata nei primi secoli del cristianesimo, durante le persecuzioni, per alludere a Dio. Infatti le lettere della parola sono un acronimo di “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”. Il pescatore nel presepe napoletano simbolizza Dio pescatore di anime.
Luoghi del presepe napoletano
Tra i luoghi raffigurati nel presepe napoletano vi è un ponte, simbolo di congiunzione, e nell’ottica cristiana simbolo di congiunzione tra i due mondi, terreno e divino. Sotto il ponte scorre un fiume che rappresenta lo scorrere del tempo. Un simbolo negativo presente nel presepe napoletano è il pozzo. Il pozzo, profondo e scuro, è visto come simbolo del maligno.
Presepe napoletano: dove trovarlo
Il presepe napoletano è famosissimo. Se volete ammirare quest’arte presepiale dovete assolutamente andare a Napoli e percorrere via San Gregorio Armeno. È un complesso famosissimo in tutto il mondo per l’arte artigiana.
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