Stavolta vi parliamo di lui, il Cartamo, uno degli ospiti della collezione di fiori secchi Colvin. Nello specifico si trova nello Shade of Grape. Conosciamo questo fiore più a fondo: le sue caratteristiche, come si coltiva e cura e, infine,le sue utilità in cucina e in cosmetica. Pronti?
Il Cartamo è una pianta conosciuta fin dall’antichità, in particolare in Egitto e veniva coltivata per lo più sul Mediterraneo. Successivamente questo fiore è stato esportato in tutto il mondo, ma oggi sono l’India, la Spagna e il Portogallo i maggiori coltivatori di questa speciale pianta.
Questa pianta, il cui nome scientifico è Carthamus, è selvatica, spontanea e infestante appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Il clima ideale per una crescita sana e forte è continentale, ma anche caldo e costiero. Questo fiore è anche chiamato ”zafferanone” perché il suo gusto richiama un po’ lo zafferano. Non a caso in cucina viene utilizzato come suo sostituto anche se ha un sapore più leggero.
Caratteristiche del Cartamo
Il Cartamo è una pianta annuale e il suo fiore, facilmente riconoscibile, si distingue dal resto dei fiori per i suoi petali “spinosi” giallo-arancione acceso e per le brattee dello stesso colore.
Il suo stelo è eretto e può raggiungere un massimo di 1,4 m di altezza. Il suo apparato radicale è fittonante e molto profondo per poter raccogliere in profondità le sostanze nutrienti. Le infiorescenze del Cartamo a capolino possono contenere fino a 100 fiori che si possono presentare anche nella tonalità bianca.
Come curare e coltivare il Cartamo
La pianta del Cartamo può essere tranquillamente coltivato nell’orto o anche in vaso. Per la coltivazione in vaso occorrono dei vasi piuttosto capienti e alti: considera quindi un’altezza di non meno di 30 cm di altezza e 30 di diametro. In alternativa al vaso puoi sempre usare cassoni, cassette, fioriere o tutto quello che vuoi, basta che sia abbastanza grande da contenere la pianta una volta che cresce. Più è grande e meglio sarà.
La stagione migliore per la semina del Cartamo è l’estate, per la precisione i primi di maggio. Interra i fiori ad una distanza di 5 cm l’uno dall’altro. Crea delle buchette nel terreno e per ognuna metti due o tre semi. In tal modo verrà assicurata una percentuale più alta di successo. Che si trovi in vaso o nell’orto è importante esporre la pianta in un luogo ventilato e non troppo riparato. Il Cartamo ama il caldo, infatti la temperatura ideale media affinché cresca bella e abbondante è di circa 25°. Al di sotto di 15° la pianta potrebbe perire, infatti può sopravvivere alla siccità ma non al freddo. Il Cartamo vuole molta luce e molto sole ed il terreno deve essere argilloso. Richiede annaffiature abbondanti, ma occorre evitare il ristagno idrico e l’eccessiva umidità. Quanto alla concimazione del Cartamo mischia dell’azoto e del potassio all’acqua di irrigazione. È consigliabile coltivare più piante di Cartamo per assicurarsi che almeno una cresca con successo. La fioritura avverrà più o meno tra luglio e agosto e se verranno seguite le cure adeguate ognuna produrrà 6 o 7 fiori.
Nel caso in cui si voglia coltivare il Cartamo a scopo culinario dovrai raccoglierlo appena fiorito. Utilizza un paio di guanti e riponilo in un contenitore con della carta da cucina. Questo perchè questo fiore, o meglio, i suoi petali stingono facilmente. In questo caso dovrai estrarre i pistilli e attendere che si secchino per poi polverizzarli e conservarli in un contenitore di vetro da usare all’occorrenza. Se il ricavato non è abbondante puoi tranquillamente utilizzare i pistilli interi.
Se vuoi invece ricoltivare la pianta per ottenerne una nuova l’anno successivo. Dovrai conservare le capsule, da cui sono fuoriusciti i pistilli, ovvero i semi per provvedere alla nuova semina.
Il fiore di Cartamo viene raccolto mediante trebbiatrice al termine della loro maturazione, nel momento in cui i livelli di umidità all’interno dei semi sono ridotti al minimo.
Curiosità sul Cartamo
Anticamente, specie nel Medioevo, il Cartamo veniva usato per la cura del corpo, si pensava infatti che fosse un ottimo alleato per rinvigorire l’organismo, migliorare l’agilità mentale e l’attività sessuale. In India e in Africa viene la credenza è ancora viva e viene assunto tutt’oggi sotto forma di infuso.
Oggi l’intera pianta di Cartamo, soprattutto sotto forma di panelli, viene impiegata per l’alimentazione degli animali, dato il loro alto contenuto di fibre e proteine.
Il Cartamo viene utilizzato anche in cucina, esattamente come lo zafferano di cui è il più noto rivale e sostituto, con la differenza che ha un gusto più delicato ed è più economico. Basti solo pensare che per ottenere un cucchiaio di zafferano occorre una quantità spropositata di bulbi di crocus. Il Cartamo colora le pietanze meno dello zafferano, ma il suo gusto è più delicato e la resa è migliore.
Da questa pianta si possono ricavare dei semi e un olio dalle proprietà utili per l’organismo. I semi di Cartamo sono in realtà dei frutti, o più precisamente degli acheni ricchi di olio. Dalla spremitura di questi semi si estrae appunto l’olio ricco di acidi insaturi, soprattutto acido linoleico e oleico e quindi vitamina K per la rigenerazione della cute.
In alternativa questa pianta viene utilizzata per la produzione della cartamina, ovvero come colorante alimentare e per tessuti, o ancora per la la produzione di prodotti di bellezza.
Non dimenticarti che se ti interessano i fiori e vuoi saperne di più sulle loro proprietà e curiosità non puoi perderti la Colvinpedia 🙂
se condisce dei buoni piatti con le foglie essicatte e trite del cartamo,soppratutto nella cucina tipica isolana dell’arcipelago portoghese delle azzorre,volevo sapere se anche in italia tra la culinaria popolare i fiori essictti di del cartamo o la cartamina viene impiegata come condimento in certi piatti,perchè in azzorre è consideratto una vera prelibbatezza.!!!